domenica 27 febbraio 2011

Al Villaggio



Dopo una settimana di va e vieni per lo Zimbabwe, Carlo ci porta al Villaggio S. Marcellino, la nostra prima destinazione. Il primo giorno dedicato a sistemare la nostra casetta e iniziare l'ambientamento e la convivenza con i nostri vicini e i bimbi dell'orfanatrofio. La nostra casa è confortevole abbiamo l'acqua calda e l'elettricità (anche se molte volte se ne va) e questo è un lusso. Gli unici problemi sono il tetto (amianto a vista) che ha un pò di buchi e un sacco di insetti vari che entrano ovunque....ma almeno poche zanzare. Ah Carlo ci ha dato un frigorifero e anche questo è un lusso. Il nostro lavoro procede lento lento ma io almeno mi metto a tagliare l'erba con un decespugliatore perchè ormai è alta più di due metri anche vicino alle case. La stagione è quella delle piogge quindi è molto verde e anche il clima è buono. A volte un pò umido e sembra di essere a Venezia per l’acqua alta. Poi inizio, insieme a Norman, i primi lavoretti di riparazione. Una porta, le finestre, le fognature.....ecc. Manu invece sta iniziando a catalogare e vedere un pò le case come vanno ma sono compiti semplici ma che qui richiedono molto tempo perchè ci vorrebbe la collaborazione di tutti. Che dire...dobbiamo ancora ambientarci del tutto e capire sopratutto come funziona. I bimbi stanno tutti bene e sono degli “anarchici” bisognosi d'affetto. Questo ci complica molto la vita perchè è impossibile fare qualsiasi cosa....anche due semplici tiri al pallone diventano un ammasso di bambini che urlano scalciano e fanno quello che vogliono...un bel caos....ma dai ci vuole pazienza. Secondo me è anche il problema dell'età....pochi superano i 10-12 anni e circa una trentina va ancora all'asilo...immaginate solo con loro che caos. Stiamo attendendo l'installazione di internet...in città ci sono i primi movimenti politici e un pò si capisce cosa vuol dire vivere in una "dittatura". Ma comunque da come si dice va ancora bene. Siamo stati a Messa domenica...2 ore. Ci dicono che è stata corta. Piena di processioni ma sopratutto canti e alcuni balli. Wow!


Volevo raccontarvi cosa è successo oggi: il nostro vicino è un'operaio della Chiesa prestato per qualche mese qui al villaggio. Ha 28 anni, una moglie di 25 e una bimba di 2. Vivono proprio accanto a noi in un monolocale dove piove dentro ed è infestata dalle mosche. Hanno due finestrelle e cucinano a legna fuori. Ieri gli ho installato una lampadina così possono vedere quando c'è l'elettricità. Dormono per terra e quando piove sono fradici. Vivono con poche cose, ma hanno quel che è necessario visto che lui ha uno stipendio. La bimba di due anni vive tutto il giorno con la mamma che bolle l'acuqa recuperata per poterla bere o usare (quello che cmq facciamo anche noi, ma abbiamo una bombola a gas). Beh la bimba ha due bambole per giocare una di pezza e una tipo cicciobello. Ok non molto aggiustate ma meglio di niente....! Oggi hanno deciso di regalare il cicciobello ai bimbi dell'orfanatrofio perchè sono meno fortunati di lei.Ok, la nostra scuola prosegue, e non avendo internet fatico a star dietro agli aggionramenti. Gli accadimenti sono molti, ma anche semplici, come quello che si è messo a piangere in gionocchio perchè Romina (ragazza di Mutoko) gli ha regalato un berretto da baseball seminuovo o semplicemente perchè gli dai le medicine.

domenica 20 febbraio 2011

Kariba






Lasciamo Mutoko venerdì mattina e, con a bordo un paio di persone, corriamo ad Harare dove ci aspetta il pranzo con l'ambasciatore. Entriamo puntuali dal cancello e ci si apre d'avanti a noi un giardino meraviglioso di fiori e piante stupendi. Dietro di noi le suore e alcuni italiani delle varie missioni. Siamo in 11 anche se mancherebbe qualcuno. L'ambasciata italiana è stupenda e anche se l'incontro è informale (braghe corte e canotta hi hi) ci sentiamo un pò imbarazzati dal lusso della casa e dall'essere serviti. Sia nell'aperitivo che durante il pranzo. Ottimo direi il cibo. L'ambasciatore è una persona semplice e giovane. Molto aperto all'ascolto e interessato dai nostri progetti. Direi che l'incontro è stato molto utile e siddisfacevole anche dall'aspetto diplomatico.Torniamo a casa di Carlo prima passando dal centro G. Spagnolli dove sono in cura le mamme che hanno l'Aids. Un centro stupendo con gli ambulatori e le case dei vari laboratori dove le mamme lavorano. Il centro è indispensabile perchè queste donne possono esser controllate e curate. E come dice Carlo se salvi una Mamma salvi una Famiglia.Al mattino seguente facciamo il carico degli alimenti...e via dopo pranzo con Grace, Elisa verso Kariba. Kariba è situato a nord del paese sul lago omonimo e sullo Zambezi il grande fiume al confine con lo Zambia. Arriviamo giusti per il tramonto che è uno spettacolo indescrivibile e gioco di colori sul lago e i coccodrilli che fanno da cornice. Cena dalle suore...e che cena....poi quando la notte è scesa andiamo in cerca di qualche animaletto trovando solo un povero ippopotamo in un torrente. La vista del lago dall'altro di una collina è splendida...tanto che il giorno dopo andiamo a vedere la diga sullo Zambezi che forma il lago....un fiume stupendo come il colorado calmo e silenzioso ma allo stesso tempo forte e potente. I colori qui sono davvero intensi e ci gustiamo degli ippopotami nel lago prima di incontrare due splendidi elefanti. Una mezz'oretta prima che sia ora di tornare dalle suore. A Kariba le suore gestiscono un asilo per i bimbi orfani o con problemi finanziari (154). Questo è importantissimo perchè possono assicurare un pasto al giorno ai bimbi e un inizio di istruzione che poi chissà se avranno. Passato uno splendido week end in compagnia di persone davvero ottime e con esperienze da scrivere mille libri....torniamo a casa di Carlo, prepariamo le utlime cose. L'indomani si va al Villaggio S. Marcellino ad Harare, prima meta del nostro percorso.

venerdì 18 febbraio 2011

Mutoko


Lasciamo casa di Carlo dopo una bella riposata per andare alla "città dei container". Il caldo si fa sentire e le persone sono cordiali. L'Africa ci mancava...per il suo modo di essere così semplice ma allo stesso tempo così forte. Carichiamo lo Sprinter di medicine e alimenti e poi nel pomeriggio partiamo alla volta di Mutoko, passando prima a salutare le suore di Maria Bambina ad Harare che gesticono tra l'altro il centro per le mamme malate sopratutto di Aids.La strada è lunga e con Carlo parliamo di un sacco di cose, è un'enciclopedia aperta su qualsiasi argomento ed è piacevole ascoltarlo. Tramonto meraviglioso sui graniti di Mutoko e sembra essere a casa su questa roccia simile alle nostre dolomiti ma ormai erose dagli anni. Arriviamo all'ospedale che è buio pesto, un saluto a Marilena (la dottoressa responsabile) e prendiamo posto nella stanza nell'ostello dell'ospedale. Sistemiamo le nostre cose e iniziamo a conoscere un pò la situazione e l'organizzazione. Ma caso vuole che proprio quel giorno sono arrivate da Cesena 3 ragazze che faranno 2-3 settimane di volontariato nell'orfanatrofio dell'ospedale. Ottimo per iniziare un pò di esperienza e fare esercitazioni. Mangiamo insieme una pasta e via nella prima notte a Mutoko. Qui c'è qualcosa di magico lo si intuisce solo guardando la luna e le stelle che illuminano i campi coltivati di fortuna. La stanza è un forno, ma poche zanzare. Molti sono invece i piccoli insetti che ci accompagnano nella notte tra cui una bellissima lucertola con la coda blu elettrico e due autostrade di formichine sotto il letto.....Al mattino sveglia e via alla visita dell'ospedale. Carlo ci presenta un'infinità di gente, sopratutto infermiere e medici o chi lavora all'interno, naturalmente tutti locali...e ci imbattiamo nelle prime realtà. Oh mio Dio.....quest'ospedale è innanzitutto organizzato alla grande, gestito meravigliosamente oltre che far servizio a un sacco di persone che provengono da tutto il paese. Ah scordatevi qualsiasi ospedale italiano sia chiaro!!! Tutto su un unico piano con farmacia, ambulatorio, stanze e reparti divise, sala operatoria, e l'orfanatrofio, puliti a regola d'arte, ma non è il Santa Chiara. E fuori una lunghissima fila di pazienti che attendono la visita. Solo che qui non solo ci sono i malati ma al seguito arriva anche il parente o i parenti che accompagnano quindi immaginate fuori la quantità di gente che c'è. E attende magari per dei giorni o settimane che il malato sia dimesso. Anche perchè chissà quanti km si sono fatti, magari trasporandolo su una cariola. Al di fuori la cucina rigorosamente a legna col pentolone che va tutto il giorno e i vari pozzi che non sempre garantiscono acqua...la luce c'è e si ringrazia anche per questo. Il nostro compito è quello di ambientarci quindi salutato Carlo, con le tre ragazze di Cesena iniziamo a conoscere la realtà locale, andiamo a vedere il villaggio con le scuole vicine, facciamo un pò di spesa al mercato locale (frutta e verdura) e poi ci fiondiamo nell'orfanatrofio per far giocare i bambini che tornano da scuola.....ci divertiamo un sacco e loro più di noi con il gioco dei colori o dei nomi....basta poco qui e molta fantasia per farli sorridere. Io ho aiutato un'infermiera a dividere varie medicine e fare un'inventario delle nuove arrivate.... Alla sera cena collettiva e preparaimo un pò il giorno dopo. Nulla di chè....visitiamo i malati (che sono tanti) andiamo nelle stanze per scambiare due chiacchere con loro e cercar con due monate di far sorridere questa gente che comunque nelle loro "disgrazie" è sempre sorridente. Poi Carlo ci prepara e ci fa assistere ad un'operazione. Naturalmente distaccati, bardati e con le precauzioni del caso. Una semplice ernia su un bimbo di circa 6-8 anni. Una mezz'oretta di operazione ma abbiamo potuto vedere come sia importante questo reparto e quanto sia efficente il personale che lo assiste. Davvero un'emozione particolare per noi "ignoranti" in materia. Ma sopratutto a questo bimbo è appena stata salvata la vita!!! Pomeriggio in orfanatrofio....oggi han preso più confidenza e in 4 è un bel caos tenerne a bada 20....oh oh!!! Verso sera poi Dixon ci porta a vedere le pitture rupestri, i Baobab e un sacco di cose interessanti sulla storia della popolazioni e della storia dello Zimbabwe!!! Tramonto meraviglioso, fiori e viste da cartolina, e le persone sempre attente che ti osservano, poi li saluti felici e scambiano due parole. Devo ammettere che l'inglese per ora è più semplice e la gente ha molta pazienza....ma con Asthon (orfano di 11 anni) ci siamo fatti una lezione di Shona (la lingua locale) quindi ora col mio vocabolarietto scritto dal bimbo riesco a dire le parole più importanti e la gente lo apprezza moltissimo!!!

lunedì 14 febbraio 2011

Partenza


Zimbabwe....arriviamo!!! La partenza da Rovereto è dopo il pranzo con i genitori in Stube....i bagagli sono pronti e carichi....di vestiti, libri e cose pratiche come pannello a solare avvolgibile e molte altre cosette. Ma è strano non caricare la tenda e sacchi a pelo e ha di quel non so che....Alle 18 arriviamo all'aeroporto di Verona e c'è già Giuliano (presidente dell'associazione) che è venuto da solo per salutarci. Una persona che in questi mesi c'è stata molto vicina e ringraziamo molto. Stiamo facendo il cekin (alla trentina) e sullo sfondo del corridoio compaiono Marco, Glauco, Ciocio e Adriano (Armando per gli amici). Una sorpresa graditissima e molto molto bella da parte loro. Così iniziano i saluti, gli abbracci con i genitori, suoceri, Giuliano...e anche i 4 amici scesi per l'occasione. Grazie ci avete dato un momento "magico"....e via sul primo aereo per Roma dove con noi ci saranno i giocatori della Lazio, compreso il presidente che mi ha dato l'impressione di credersi chissà chi. Arriviamo a Roma, panino e via per Addis Ababa....volo in dormita come quello che ci porterà ad Harare. Aereoporti straorganizzati e ben tenuti. L'Ethiopian Air davvero un'ottima compagnia...e ci troviamo quindi nel giro di 15 ore circa alla dogana africana. Qui conosciamo Tito...lui andrà a S. Michael....ospedale! Quindi visti, le solite gigiate di dogana e in aiuto è venuta Sylvia...una donna molto gentile che ci ha aiutato a compilare le scartofie.

All'aeroporto abbiamo Carlo che ci attende con molto entusiasmo....e Sybil e Norman (i responsabili del villaggio dove andremmo). Il tutto condito da abbracci di molte persone locali...e amici del dott. Carlo! Così andiamo al viallggio, sul mitico Sprinter di Carlo. Un pò ancora frastornati dal viaggio scendiamo in questo caldo pomeriggio. Il villaggio dista una decina di minuti dall'aeroporto....e già si vede quanto verde c'è in questa stagione. Piante e fiori in quantità e le persone a lato della strada camminano. Arriviamo al villaggio e siamo accolti da pochi bambini perchè sono a scuola. Quindi scarichiamo lo sprinter di aiuti alimentari, e visita guidata nell' orfanatrofio. Le costruzioni a regola d'arte, l'asilo, e le case famiglia. Proprio ben fatte e organizzate. Andiamo da Gina, una bambina con una ferita sul ginocchio (mai vista n'a roba del genere) una piaga completamente aperta grande come tutto il ginocchio. IL sorriso più bello abbia mai visto...sarà anche il primo che non si scorda ma vi giuro che nelle sue condizioni chiunque urlerebbe....(anche se poi ci dice Carlo che ormai sta perdendo la sensibilità)....e invece ti guarda, sorride e dice GRAZIE!!!


Andiamo nella casa di Norman e Sybil dove ci viene offerto un succo...e di li a poco i bimbi finiscono la scuola e ci assalgono completamente. Siamo avvolti in 40 bimbi, uno più pazzo dell'altro. Poi le caramelle di S. Valentino calmano tutti, due foto, due giochi veloci e via verso nord-ovest...dove abita Carlo!!! Circa 3 orette di strada passando prima per le meravigliose suore che ci ospitano per un caffè....(per chi lo beve).....pensate 50 anni in africa...che forza ste donne....e poi col tramonto negli occhi arriviamo di sera nella residenza di Carlo. Dove mangiamo un'ottima cena con i famigliari e poi una bella dormita per riprenderci dal lungo viaggio. Questo è il primo giorno di ZImbabwe, il silenzio il verde delle piante, il rosso del tramonto, il caldo non esagerato e la simpatia della gente sono il nostro primo giorno di scuola...e quando va via la luce guai a lamentarsi.

venerdì 11 febbraio 2011

L'attesa e la partenza

Che dire forse avremmo dovuto scrivere due righe molto tempo prima....come forse avremmo dovuto dedicare ancor più tempo allo star insieme a molte persone e sopratutto agli amici. Certo è che questo mese e mezzo che siamo stati in Italia ci avete riempito d'affetto e di benevolenza e questo non lo scorderemo mai. D'altro canto anche noi tornati belli carichi e rilassati dal nostro viaggio USA ci siamo resi conto di quanto complessa sia la vita in Italia. Crediamo che la frenesia e l'orologio rovinino un pò la nostra libertà. A colpo d'occhio ricordiamo le prime 3-4 settimane come ci sentivamo stretti....e col fiato sul collo (involontario sia chiaro), è la nostra cultura e non ci si può far nulla. L'unica cosa che posso dire è: fermatevi ogni tanto anche solo per guardarvi attorno....e non siate prigionieri dell'orologio.

L'attesa è confusionaria...si parte, poi no, poi la casa, poi no, poi a fine mese, poi a metà.....alla fine la tanto sospirata mail arriva...il 14 alle 13 sbarcheremo ad Harare. I preparativi, cosa portare o no e vi dico che ci ha fatto un pò senso non mettere in valigia tenda e sacchi a pelo...oltre tutto l'occorrente per il campeggio.....ma ora la nostra direzione è un'altra....quindi incontri con l'associazione, chiacchere con gente che ha avuto esperienze.....e chi più ne ha ne metta. Ci siamo anche ritagliati il tempo per un week end in montagna con tanto di risiko e braciole....e di una serata allo stadio dove ho visto una delle partite più belle da parte nostra...un Chievo - Napoli 2 a 0!!! E poi ancora zii, amici vari che poi chissà quando rivedrai e via così....fino a domenica 13 quando arriviamo all'aeroporto di Verona.....e qui inizia un capitolo stragrande targato ZIMBABWE!!!