sabato 7 gennaio 2012

Il Problema

Se dobbiamo dare un nome a tutto quest’anno la parola che più si addice è: CONTRADDIZIONE. Perché, eventi, esperienze, discorsi e quanto altro si contraddicono spesso. Vi sarete accorti che ultimamente siamo un po’ abbattuti e delusi da fatti, comportamenti, e da varie problematiche. Da qualche settimana in ospedale, degli italiani, siamo rimasti solo noi. E sinceramente non si sta male, anzi, ed tutto molto tranquillo. Così abbiamo più tempo per scambiare parole e la gente si lascia andare (essendo che io e manu non contiamo niente a livello direzionale) in piccoli sfoghi. Quello che stiamo facendo è osservare meglio i comportamenti e il perché di tante piccole cose, e capire. Non vogliamo accusare ne difendere nessuno, tutti hanno torto come ragione e non spetta a noi giudicare. Ma tirando un po’ la conclusione di tutte queste piccole osservazioni arriviamo a questo: qui non c’è un problema grosso da dire risolviamolo. Il problema o meglio i problemi sono, e come qualcuno li nomina, le guerre tra poveri. Gelosie, intrighi, complotti, dispetti, regolazioni di conti, piaceri vecchi di anni e non, ingiustizie, egoismo, interessi, soldi, corruzione, ricatti, bugie, pagamento e ritiro di pizzo (soprattutto in ospedale a sfavore dei malati e dei poveri)...dove tutti, chi più chi meno, è dentro. Tutto questo fomentato da un sacco di CHIACCHERE che sono alla base di tutti i problemi (niente di diverso dall’Italia, ma qui è molto più amplificato visto che si vive e lavora tutti insieme a stretto contatto). Questo crea un susseguirsi di eventi, piccoli fatti, a cui non ci si verrà mai a capo. Inutile provare a sistemare le cose, provare a dare un po’ di pace a tutti questi piccoli fatti che a fine giornata diventano un macigno sopra la testa. Sarebbe come lottare contro nessuno o tutti, ma da soli. Di certo si potrà mettere delle regole più ferree (chi siamo noi per farlo in un paese che non è il nostro, e soprattutto se a mettere le regole sono chi fomenta e ha creato tutto questo, non ci si viene più a capo, e se le istituzioni o associazioni che abbiamo alle spalle sono inesistenti o quasi, si torna ad avere le mani legate), ma appena giri l’occhio questi piccoli problemi sotto sotto continueranno ad alimentarsi, sbucheranno di nuovo e così si è di nuovo da punto a capo. Attualmente non è la fame, la vera fame, che porta a tutte questo. Anche se qui qualche anno fa la fame si pativa di brutto. Ma la povertà materiale che spinge le persone ad essere cattive verso il prossimo e a sorridersi abbracciarsi di fronte, ma ad affilare i coltelli appena ti giri (tutto mondo è paese). Fare il patto con il diavolo oggi e con l’acqua santa domani. Ma voglio concludere questo con una domanda: ma noi (io, Manu e voi) cosa faremmo al loro posto se fossimo noi a vivere in una situazione così, di povertà materiale assoluta??? Personalmente non credo saremmo esenti dal comportarci così…. Foto 1: Ale e Manu con una tartaruga di 300 anni che pesa 500 kg ad Harare; Foto 2 e 3: giraffa e ippopotami nei parchi nazionali dello Zimbabwe.

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